Eresie e devozioni by Adriano Prosperi

Eresie e devozioni by Adriano Prosperi

autore:Adriano Prosperi [PROSPERI, ADRIANO]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788863721027
editore: Edizioni di storia e letteratura
pubblicato: 2019-08-27T16:00:00+00:00


EBREI A PISA.

DALLE CARTE DELL’INQUISIZIONE ROMANA*

In questo anno 1994 riflettere sul mezzo millennio che ci separa dalla espulsione degli ebrei dalla Spagna e sugli effetti del loro arrivo in Italia vuol dire riflettere su di un momento cruciale della storia italiana: quella crisi della pace italiana e della lega italica cominciata nel 1494 che doveva concludersi con le guerre d’Italia e con la riduzione per secoli dell’Italia a ‘espressione geografica’. È singolare che – in un paese che ha occasioni celebrative di ogni genere, per ogni personaggio e per ogni gloriola municipale – nessuno abbia pensato a celebrare col ricordo e con la riflessione quella svolta che mezzo millennio fa avviò la fiorente Italia descritta da Francesco Guicciardini nel paese saccheggiato, corso e vilipeso di cui parlò allora Machiavelli. Farlo qui a Pisa, dove la svolta del 1494 fu l’occasione per l’ultimo, disperato tentativo di rivolta antifiorentina, e farlo sulla storia di chi doveva pure pagare sulla propria pelle i progressi della modernità, può avere un qualche significato simbolico.

I tempi che prenderemo in considerazione sono quelli che vanno dall’istituzione del tribunale dell’inquisizione a Pisa alla sua riforma e sostanziale eliminazione in età lorenese. Si parlerà insomma dell’inquisizione romana, lasciando chi volesse sapere qualcosa sull’età precedente ai dotti e sagaci lavori di Michele Luzzati. L’epoca nostra è quella della ripresa o restaurazione o riforma cattolica, e anche della lenta ripresa di una Pisa stremata dalla lunga guerra con Firenze. In questo contesto, l’azione della chiesa e quella dello stato mediceo ebbero nel rapporto con gli ebrei un punto di contatto necessario, spesso di contrasto. Mi propongo pertanto di esporre, nei limiti di tempo di questa relazione, i tratti dell’istituzione inquisitoriale, i caratteri specifici del problema ebraico (dal punto di vista delle autorità ecclesiastiche) qui a Pisa, il modo in cui le fonti inquisitoriali consentono di illuminare la vita sociale della comunità ebraica. Affrontando la questione dell’opera dell’inquisizione romana in rapporto agli ebrei di Pisa, si deve preliminarmente ricordare che questo fu un campo in cui si sviluppò al massimo l’opera di controllo sociale da parte delle istituzioni ecclesiastiche in Italia, nella forma della spinta alla conversione e all’uniformità religiosa: la dura pedagogia del compelle intrare trovò insomma, nelle comunità ebraiche, il luogo prediletto per esercitarsi.

Il dato di fatto più evidente è proprio quello della frontiera interna: le comunità ebraiche, fossero chiuse in ghetti o meno, rappresentarono il modello dello straniero interno al mondo cristiano. E questa è una caratteristica che accomuna alcune città italiane ad Avignone: la presenza degli ebrei come gruppo religioso diverso vi è conservata a fini apologetici. Si tratta di ricordare ai cristiani la loro identità. È una funzione antica: già la formazione della prima identità cristiana era avvenuta al prezzo di un forte anti-ebraismo1. Laddove, invece, gli scopi da raggiungere non sono religiosi ma politici – come è il caso della Spagna o della Francia – si opta per l’espulsione, che è uno strumento per compattare la fedeltà politica. Dunque, la presenza ebraica ha una giustificazione apologetica, serve a confermare i cristiani nella loro identità religiosa.



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